La Comunità in Italia

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Le isole di Capo Verde

Archivio della Comunità

 

 

Maria Francisca Delgado

 

 

 

 

 

 

 

 

 

     LA COMUNITA' CAPOVEDIANA IN ITALIA

                                               Il sito della Comunità Capoverdiana in Italia     

 

              Anche in ragione della sua posizione geografica, l’Italia è tra gli Stati UE a maggiore presenza capoverdiana,

          insieme al Portogallo e all'Olanda. Sin dalla fine degli anni ’50 le immigrate capoverdiane sono arrivate in Italia,

                                   dove rappresentano  attualmente il  10% degli immigrati regolarmente presenti.

                                             

                                       

                                  

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L'immigrazione in Italia

  

Dati statistici sulla Comunità in Italia

 

"La prima fu Mariscica"

        

Maria Francisca Delgado (Mariscica). Isola di Santo Antao,  giugno 2004.

Data di arrivo in Italia, 1959

Rientro definitivo, 1973

Situazione prima della partenza

Eravamo tre in famiglia: mia madre, mio fratello piu’ piccolo ed io. Mia madre lavorava come domestica,  mio padre ogni tanto mandava

qualcosa ma non bastava. Lui aveva altri figli. Non ha mai abitato con noi.

Un giorno è arrivata una persona dall’Isola del Sal che cercava ragazze per andare a lavorare all’Hotel Atlantico. Io sono stata fra le

ragazzine scelte da una signora di fiducia, che cercava fra le ragazze che lei conosceva quella che le sembrava adatta.  

Avevo 14 anni: a Sal avevamo le nostre stanze, dove dormivamo tutte  insieme. Abbiamo cominciato subito a lavorare come cameriere.

L’albergo era frequentato dal comandante dell’Alitalia Alfredo Monsignore. Utilizzavano l’aeroporto dell’isola come scalo importante

del viaggio che facevano da Roma all’Argentina o al Brasile.

In questo albergo uno dei comandanti mi ha chiesto un giorno se mi potesse interessare andare a lavorare nella sua casa a Roma,

con sua moglie e sua figlia. Era il 1959.

Livello di istruzione

Mio fratello aveva la quarta classe, io la terza; mentre i miei genitori non hanno studiato.

Partenza per l’Italia

Siamo solo due figli:  mio fratello piu’ piccolo ed io. Lui è emigrato in Portogallo ed io sono rimasta a lavorare in un hotel di Sal.

Sono stata la prima ad andare a lavorare in Italia; non c’era nessun contrattodi lavoro. Ho usato il volo diretto Sal-Roma, viaggiando

insieme al comandante. Sono stata in Italia per 13 anni, sempre nella stessa famiglia, fino al mio ritorno a Capo Verde.

L’inserimento lavorativo

La nostra casa a Sant’Antao era di paglia; io vivevo con mia nonna, mia madre e mio fratello.

All’epoca la maggior parte delle case erano di paglia; si andava quasi tutti scalzi, non c’era la luce elettrica, non c’era la radio,

né automobili, né cinema o ristoranti, per non parlare delle discoteche. Ci si spostava da una città all’altra a piedi, non c’erano strade:

la maggior parte della popolazione era molto povera.

In Italia mi trattavano molto bene. Inizialmente non mangiavo niente e piangevo continuamente. Mi facevo coraggio, ma quando

mi trovavo da sola mi facevo pianti disperati, che non finivano mai. Ero sola e non sapevo parlare la lingua. Mi hanno portato in questura,

ma il comandante non sapeva come fare per farmi avere un documento; ha dichiarato che ero in italia per insegnare sua figlia a parlare

il portoghese, e così mi hanno dato il soggiorno per tutto il tempo che volevo rimanere in Italia.

Ero contenta quando il comandante tornava dal viaggio, perchè mi portava banane, manioca, mango, tonno, patate dolci, pesce

ed altri cibi di Capo Verde. Mi diceva: fai un piatto di Capo Verde e chiama le tue amiche per festeggiare.

Allora guadagnavo 11mila lire al mese: mettevo i soldi in Banca. Quando sono tornata ero arrivata a prendere 100mila lire al mese.

  

Tempo Libero

Il mio datore di lavoro aveva parlato con la portiera del palazzo, e lei ogni tanto mi portava in giro a farmi conoscere la città.

Altre volte uscivo con il mio datore di lavoro. Non c’era nessun altra capoverdiana a Roma

Ero spesso molto triste all’inizio: la portiera vedeva che spesso piangevo dalla nostalgia e mi portava fuori per distrarmi.  

Dopo di me è arrivata Dulce, sempre attraverso il comandante; e poi lei ha fatto arivare Jorgina. Ci davamo l’appuntamento

alla Standa di Trastevere, e poi andavamo in giro, entrambe avevamo casa dai datori di lavoro. Jorgina ha preso quasi subito

una casa per conto proprio: è stata la prima a lavorare ad ore, e andavamo quasi sempre da lei, che tra l’altro aveva fatto

venire un figlio che aveva lasciato a Capo Verde.  Non sono mai andata a TraNoi: mi piaceva stare in posti tranquilli.

Impatto con l’Italia

Oltre i miei datori di lavoro, non uscivo con nessuno che non fosse capoverdiano. Gli italiani mi stanno molto simpatici, ho conosciuto

gente brava, e non posso parlarne male perchè sono stata molto bene. Quando per esempio la signora dove lavoravo andava dal

parrucchiere, faceva sapere ad altre clienti che aveva a casa una ragazza di Capo Verde; si faceva dare il telefono dalle persone

interessate, io chiamavo le ragazze al paese poi andavamo a prenderle. Ho fatto venire in Italia tre ragazze, e le ho aiutate ad

inserirsi nel mondo del lavoro domestico.

Rientro definitivo a Capo Verde

Sono andata tre volte in ferie a Capo Verde e il viaggio lo ha pagato sempre il mio datore di lavoro. Purtroppo mia madre stava molto

male, ed essendo l’unica figlia femmina mi sono messa d’accordo con il mio fratello, che ha concordato che mi avrebbe sostenuta in tutto:

così sono tornata a Capo verde. Era il 1973. Sono rimasta a curare mia madre fino a quando non è morta.

Impatto con Capo Verde

Sono rimasta sempre sola. Non mi sono sposata e non ho avuto figli. La casa è nostra: vivo qui da sola e mio fratello mi mantiene.

Non ho avuto nessun problema di inserimento.

Mio fratello vive a Lisbona e avrebbe voluto che andassi a vivere da lui, ma non ho voluto. Ormai la mia vita è qui a Capo Verde.

Rapporto con l’Italia

Ho perso tutti i contatti con l’Italia. Le mie coetanee sono morte o sono rientrate a Capo Verde; ho perso anche i contatti con i miei

datori di lavoro.

Tempo fa avevo mal di denti, e ho pensato che sarei potuta andare dal dentista, perché il fratello del mio datore di lavoro era dentista.

Ma non ho nostalgia: è stata una emigrazione positiva. Ho portato dall’Italia tutto il mio corredo e fino adesso non ho avuto bisogno

di comprare altro.

 

                                                                    

  Mariscica con Maria de Lourdes Jesus                                                                                Documentario sulle donne capoverdiane

 

 

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